sabato 30 giugno 2012

Ripristinare la password perduta

A molti sarà capitato di perdere una password prima o poi e in un sistema multiutente come Linux, senza la password di accesso non si può accedere affatto al proprio computer.

Tuttavia se si dispone di un accesso fisico alla macchina e abbiamo la possibilità di riavviarla e scegliere la modalità di ripristino all’avvio, l’operazione di cambio della password è molto semplice.

Ripristino mediante recovery mode

Ubuntu sin dall’installazione crea almeno due voci nel boot manager (GRUB), la prima è quella che utilizziamo abitualmente e avvia il sistema in modalità normale, la seconda è la modalità di ripristino (recovery mode).

Accedere al menu di GRUB

All’avvio del PC appare un messaggio che ci avverte di premere ESC per accedere al menu di GRUB, il boot manager predefinito di Ubuntu.

Scelta del kernel

Premendo ESC sarà presentato l’elenco delle possibilità di scelta di GRUB, generalmente due per ogni versione di kernel installato, la prima per un avvio normale e grafico e la seconda chiamata recovery mode per un ripristino del sistema da console. Per reimpostare la password sceglieremo il recovery mode e premiamo Invio.
Modalità di ripristino 
Al termine del caricamento sarà presentato un prompt root@nomecomputer:~# dal quale potremo eseguire qualsiasi comando amministrativo senza necessità di immettere la password o usare sudo. 

Per cambiare la password del nostro utente scriveremo:
passwd nomeutente

Sarà richiesta due volte la password da assegnare, inserirla, confermarla e al termine scrivere exit per procedere col normale avvio del sistema.

Password cambiata

Ripristino mediante cambio init

Se la modalità di ripristino non è disponibile oppure non funziona o si blocca in malo modo è possibile avviare il kernel normale, passando delle opzioni per interrompere il caricamento ed accedere ad una riga dei comandi da cui cambiare la password.
Per fare ciò modificheremo temporaneamente il programma di avvio init, indicando al kernel di cambiarlo con una shell bash, anziché con quello predefinito che avvia tutti i servizi normali.

Accedere al menu di GRUB
Opzioni di avvio del kernel 

All’avvio interrompere il caricamento con ESC per accedere al menu di GRUB, spostarsi sul primo e premere il tasto e (edit). Spostarsi quindi sulla riga kernel (la seconda) e premere nuovamente e per modificarla.

Modifica delle opzioni del kernel

Cancellare ro quiet splash locale=it_IT e sostituirlo con rw init=/bin/bash e confermare con Invio.
Avvio del sistema 
Ritornati alla videata precedente è possibile eliminare la riga quiet che nasconde eventuali messaggi che potrebbero esserci utili. 

Per farlo ci sposteremo sulla riga quiet e premeremo il tasto d (delete). Questo passaggio non è obbligatorio in alcun modo.

Avviamo quindi il sistema premendo il tasto b (boot). Dopo il caricamento iniziale del sistema ci sarà proposto un prompt di utente root@(none):/# dal quale potremo eseguire il cambio di password con:
 
passwd nomeutente

Inserire e confermare la password da assegnare all’utente. Uscire da questo ambiente però può essere un attimo problematico, poichè init è il primo programma avviato che tiene in vita tutto il sistema, se lo chiudessimo con exit il sistema crederebbe che è andato in errore tutto il sistema, ma altresì Ubuntu non consente il riavvio dal sistema init rispondendo con un Connection refused se tentiamo il riavvio o lo spegnimento.

Per evitare possibili perdite di dati smontiamo e rimontiamo il file system in sola lettura e assicuriamoci che tutti i dati siano stati scritti su disco prima di dare il fatale exit. 

In ordine quindi digitiamo:
 
mount -o ro,remount /
sync
exit
Kernel panic 
Ci sarà quasi sicuramente risposto un minaccioso: Kernel panic – not syncing: Attempted to kill init! e il sistema si bloccherà. 

Fatto ciò potremo riavviare senza paura di perdere dati, avendo il sistema in sola lettura e con tutte le scritture già effettuate dato il sync precedente e naturalmente la password cambiata.

Ripristino mediante chroot da CD

Se non è possibile utilizzare nessuno dei due sistemi precedenti, ad esempio perché GRUB è bloccato o protetto da una password, possiamo inserire qualsiasi CD con Linux che ci dia la possibilità di scrivere comandi su una shell, va bene anche il CD di installazione di Ubuntu.

 In questo ultimo caso la shell la avvieremo manualmente dal menu Applications, Accessories, Terminal.

Sulla riga dei comandi verifichiamo se siamo root scrivendo:
 
whoami

Se non ci sarà risposto root, passiamo a root con sudo -s -H oppure su se la distribuzione non utilizza sudo. 

Per continuare è necessario essere root.

Se non conosciamo la partizione di avvio di Linux possiamo vedere la tabella delle partizioni con fdisk -l /dev/sda oppure fdisk -l /dev/hda

Dipende da come vengono rilevati i dischi, in caso di dubbi consultare l’articolo sulle partizioni su Linux.

Una tabella delle partizioni tipica riporta:
 
Disk /dev/sda: 85.8 GB, 85899345920 bytes
255 heads, 63 sectors/track, 10443 cylinders
Units = cilynders of 16065 * 512 = 8225280 bytes
Disk identifier: 0x000c48f1

   Device Boot      Start         End      Blocks   Id  System
/dev/sda1   *           1        5078    40789003+   7  HPFS/NTFS
/dev/sda2            5079       10217    41279017+  83  Linux
/dev/sda3           10218       10443     1815345    5  Extended
/dev/sda5           10218       10443     1815313+  82  Linux swap / Solaris

Osservare le colonne Device e System

 La partizione di tipo Linux è una sola, si tratta di sda2, è certamente quella. In un sistema con più partizioni ci si può orientare anche con le dimensioni o con l’ordine.

Montiamo quindi quella partizione e cambiamo l’ambiente attivo con:
 
mount /dev/sda2 /mnt
chroot /mnt /bin/bash

Fatto ciò ci troveremo una shell bash aperta nell’ambiente di quella partizione, quasi come se avessimo avviato da quella partizione, tutte le operazioni sono reali su quel disco e non come se avessimo avviato da CD.

Cambiare la password è molto semplice da qui:
 
passwd nomeutente

Inserire e confermare la password. Quindi uscire dall’ambiente chroot, smontare la partizione e riavviare:
 
exit
umount /mnt
reboot

Et voilà il cambio è fatto. Esistono anche altre maniere ma dovrebbero bastare queste tre principali. Ciò dovrebbe insegnarci a non fidarci troppo della protezione mediante password, chiunque abbia accesso fisico alla macchina può reimpostare la password o addirittura toglierla temporaneamente e rimetterla esattamente come prima anche senza conoscerla.

venerdì 29 giugno 2012

Leggere la versione del kernel

E’ possibile leggere la versione del kernel in uso digitando da un terminale:

uname -r

Sarà riportato come risultato qualcosa del genere: 




 Per avere più dettagli utilizzare invece:
 
uname -a

E verrà riportato:


 
La data e l’ora indicano la  data di compilazione del kernel. La sigla SMP (Simmetric MultiProcessign) indica che il kernel è stato compilato per supportare l’architettura a più processori.

giovedì 28 giugno 2012

Leggere la versione di Ubuntu installata

E’ possibile ricavare la versione di Ubuntu installata scrivendo su un terminale:
 
lsb_release -idrc

Nel caso di Ubuntu 12.04 Precise pangolin  sarà riportato:
 
 
 
Nel caso non sia installato lsb_release, sarà necessario installare il pacchetto lsb-release con:
 
sudo apt-get install lsb-release

Una maniera alternativa ma molto meno precisa consiste nel leggere il file /etc/issue con:
 
cat /etc/issue

Che su 12.04 Precise pangolin riporta un sintetico:


mercoledì 27 giugno 2012

Condividere la connessione Internet

E’ possibile condividere la connessione internet da Ubuntu verso tutti i PC della LAN senza installare alcun pacchetto aggiuntivo. 

In questo modo tutti i PC facenti parte della rete locale potranno navigare utilizzando la condivisione del nostro PC Linux.

Dobbiamo conoscere l’interfaccia che ci connette ad internet, generalmente se utilizziamo un modem sarà ppp0 mentre se usiamo un router connesso ad un pc con due schede di rete l’interfaccia sarà eth1

Se la rete è già configurata basterà vedere il nome dell’interfaccia di uscita con:
 
route -n | grep "0.0.0.0" | grep UG | awk '{print $8}'


Nel nostro esempio supporremo che il traffico verso internet sia gestito dall’interfaccia ppp0, cambiare eventualmente il nome dell’interfaccia con quella utilizzata.

L’operazione di condivisione è davvero molto semplice se effettuata da un terminale ma richiede i privilegi di amministratore (root) per cui all’interno di un terminale trasformiamoci in root usando:
 
sudo -s -H

Immettiamo naturalmente la nostra password e diventeremo utente root. Il prompt cambierà da nostroutente@nomecomputer a root@nomecomputer. Questo ci assicura dell’avvenuto cambio di utente.

Adesso possiamo configurare il masquerading sul NAT (Network Address Translation) su iptables (il programma che si interfaccia col firewall interno di Linux). 

Ciò consentirà l’inoltro delle richieste da un’interfaccia ad un’altra, ad esempio dall’interfaccia eth0 che ci connette alla rete locale, all’interfaccia ppp0 oppure eth1 che smista il traffico internet. Per configurare il masquerading verso l’interfaccia ppp0 utilizzeremo:
 
iptables -t nat -A POSTROUTING -o ppp0 -j MASQUERADE

Possiamo verificare l’avvenuto inserimento della regola con:
 
iptables -t nat -L

Osservando l’opzione (catena) POSTROUTING che abbiamo specificato precedentemente. 

Se l’operazione è stata svolta correttamente troveremo:
 
Chain POSTROUTING (policy ACCEPT)
target     prot opt source               destination
MASQUERADE  0    --  anywhere             anywhere

Ciò significa che la regola di masquerading verrà applicata per tutti gli indirizzi di origine (source anywhere), diretti verso qualsiasi altro indirizzo (destination anywhere).

Configurato il firewall per consentire il traffico verso l’esterno, non ci resta che attivare il routing sull’interfaccia di rete. Questo consentirà l’inoltro dei pacchetti predisponendo il nostro sistema come fosse un router. Per attivare il routing basterà un semplice:
 
echo 1 > /proc/sys/net/ipv4/ip_forward

Per i più curiosi, non è sufficiente usare sudo ma necessariamente root poiché sudo non consente la scrittura redirezionata, il comando sudo echo 1 > qualcosa significherà “scrivi 1 da root” e quindi “poni il risultato su qualcosa”, non da root ma da utente normale.

Per questa ragione il comando di attivazione del routing produrrebbe l’errore: bash: /proc/sys/net/ipv4/ip_forward: Permesso negato.

Attivazione condivisione Internet 
Fatto ciò la nostra connessione internet è condivisa con tutte le macchine della rete, non ci resta che impostare come gateway l’indirizzo IP del computer che condivide la connessione su tutte le macchine che vogliamo fare accedere ad Internet e i server DNS che preferiamo.
Se le macchine a cui vogliamo fornire la connessione Internet sono altri Ubuntu potremo cambiare gateway e DNS da Network Manager (Amministrazione, Rete).

Impostazioni di rete Proprietà di eth0 Configurazione DNS

In questo esempio il PC senza connessione ha IP 192.168.1.7 e il PC che condivide la connessione Internet ha IP 192.168.1.12. Sulla scheda DNS inseriremo gli indirizzi DNS forniti dal nostro provider (sebbene sia possibile usare quelli del computer che condivide la connessione usando dnsmasq, non trattato però in questa sede).

Se i PC a cui vogliamo dare la connessione sono dei Windows procederemo in maniera analoga: nella proprietà della connessione alla rete locale assegneremo il gateway del nostro Ubuntu.

Proprietà connessione di rete locale (LAN) Proprietà Protocollo Internet
In questo esempio il PC Windows avrà IP 192.168.1.4 mentre quello Ubuntu che condivide la connessione 192.168.1.12. I DNS sono quelli del nostro provider Internet.

E’ importante però ricordare che i comandi indicati sono transitori e le due regole (masquerading e routing) saranno perdute dopo un riavvio del sistema. 

E’ però possibile salvare le regole di iptables col seguente comando:
 
iptables-save > /etc/iptables-condivisione.rules

Mentre per ricaricarle il comando sarà:
 
iptables-restore < /etc/iptables-condivisione.rules

Se vogliamo evitare di attivare e disattivare le regole su richiesta e preferiamo che sia fatto automaticamente all’avvio creeremo uno script che le reimposti all’avvio. Per cui sempre da root creiamo lo script attiva-condivisione-internet con:
 
cd /etc/network
iptables-save > condivisione-internet.rules
touch attiva-condivisione-internet
chmod u+x attiva-condivisione-internet
gedit attiva-condivisione-internet

E una volta aperto scriviamo all’interno:
 
iptables-restore < /etc/network/condivisione-internet.rules
echo 1 > /proc/sys/net/ipv4/ip_forward

Salviamo il file ed apriamo quindi il file interfaces con:
 
gedit interfaces
Interfaces 
Il contenuto di questo dipende dalle interfacce installate, in generale, in fondo alla definizione dell’interfaccia della nostra rete locale (qui eth0), aggiungeremo:
 
pre-up /etc/network/attiva-condivisione-internet

In questo modo le modifiche saranno riapplicate al riavvio della configurazione della rete. Se vogliamo proteggere la nostra rete usando iptables è disponibile un ottimo tutorial su debianizzati.org.

martedì 26 giugno 2012

Installare un nuovo tema da Art.gnome.org

Art.gnome.org è un sito ricco di elementi grafici per Gnome: sfondi, icone, temi di vario genere. Vedremo come installare un tema di art.gnome.org con pochi semplici passaggi. Sezione temi Sull’home page del sito, sulla destra troviamo la sezione dedicata ai temi chiamata Desktop Themes. All’interno di quella sezione possiamo scegliere un tema qualsiasi, nel nostro caso abbiamo scelto la sezione Application e scelto un tema di nostro gradimento. Scelto il Murrina-LemonGraphite semplicemente clicchiamo sul collegamento col nome del tema. Possiamo notare anche una anteprima dello stile di ciascun tema disponibile.


Per chi non avesse mai sentito parlare di Murrine, si tratta di un motore grafico molto popolare per Gnome scritto dall’italianissimo Andrea Cimitan (Cimi), che produce effetti simil vetro nei controlli grafici.
Download Murrina-LemonGraphite 
In cima alla pagina del tema scelto è presente un collegamento per scaricarlo, assieme a delle brevi istruzioni che vedremo ora in dettaglio. La prima maniera più lunga consiste nel cliccare il collegamento Murrina-LemonGraphite (1.8 kb), scaricare il file e installarlo in seguito. 

L’altra maniera sicuramente più semplice consiste nel trascinare il collegamento nel programma di configurazione dei temi.
Sistema, Preferenze, Aspetto 
Dal menu Sistema, sotto Preferenze, scegliamo la voce Aspetto e sarà mostrato il programma per la configurazione dell’aspetto di Gnome (gnome-appearance-properties).
Preferenze dell’aspetto 
Si presenta come una finestra composta da 5 schede: Tema, Sfondo, Tipi di carattere, Interfaccia e Effetti visivi. Quella che interesserà noi è certamente la prima: Tema.

In fondo troviamo vari pulsanti, uno dei quali è Installa, che consente di installare un tema già salvato su disco, ad esempio scaricato dal sito, semplicemente cliccando il collegamento Download. Basterà selezionare il file dopo aver cliccato installa per installarlo.

L’altra maniera più diretta è quella di trascinare il collegamento Download dalla pagina del tema alla finestra Preferenze dell’aspetto. Proprio così, trascineremo il collegamento, quello che sul sito riporta Murrina-LemonGraphite (1.8 kb) nella finestra Aspetto. Il puntatore del mouse prenderà la forma di una mano che trascina un foglietto.
Installazione del tema Murrina-LemonGraphite 
Rilasciamo il tasto sinistro del mouse e sarà mostrata la finestra di download e di installazione del tema. Al termine dell’operazione sarà chiesto se applicarlo subito oppure continuare ad usare il tema attuale.
Il tema Murrina-LemonGraphite è stato installato

Possiamo scegliere l’opzione che preferiamo, nel caso l’applicassimo subito vedremmo la finestra dei temi con i nuovi colori e i nuovi controlli.

Il tema corrente sarà chiamato Personalizzato, si tratta infatti di un tema composto dal precedente tema da noi usato (quello predefinito è Human), con lo stile Murrina-LemonGraphite. Cliccando Personalizza possiamo vedere il componente appena installato.
Salva tema come… 
Cliccando invece Salva come… potremo salvare la nuova combinazione come meglio preferiamo, per richiamarla ogni volta, senza doverla ricomporre usando i due temi (iniziale + LemonGraphite).

Basterà assegnare un nome, una descrizione se la desideriamo e mettendo la spunta su Salva l’immagine di sfondo sarà reso anche lo sfondo del desktop come parte del tema.

Al termine del salvataggio lo troveremo nella finestra assieme a tutti gli altri temi (con la differenza però che sarà installato solo per il nostro utente e non per tutti gli utenti, su ~/themes).

Il tema è adesso installato però… quei bottoni squadrettati sono a dir poco orrendi, come mai questo tema è così brutto? In realtà abbiamo un piccolo problema.
Come suggerisce il nome, questo tema utilizza Murrine, il motore grafico di Cimi, ma su Ubuntu non è installato di serie (come tanti altri motori grafici). Per ottenere gli effetti grafici previsti dal tema è necessario installare il pacchetto gtk2-engines-murrine.

Apriamo per cui una finestra di terminale e scriviamo:
sudo apt-get install gtk2-engines-murrine
Installazione di gtk2-engines-murrine

Verrà richiesta la password dell’utente e sarà installato il pacchetto indicato. Al termine dell’operazione, se riapplichiamo il tema che fa uso di Murrine vedremo il nuovo stile grafico con i pulsanti “vetrati”.
Tema con Murrine

Oltre Art.gnome.org anche gnome-look.org contiene numerosi temi per Gnome, installabili alla stessa maniera. Adesso personalizziamo come meglio preferiamo.

lunedì 25 giugno 2012

Ububox SalentOS



UbuBox SalentOS è il primo sistema operativo GNU/Linux ispirato al Salento.

 Questo sistema operativo è adatto a a tutti coloro che cercano robustezza, semplicità di utilizzo e prestazioni elevate!

Il criterio che ha guidato la costruzione di UbuBox "SalentOS" è stato quello della ricerca  del giusto equilibrio tra leggerezza ed efficienza, per questo ad Openbox è stato affiancato software di casa Gnome ed Xfce.

LA BASE: Ubuntu il sistema operativo GNU/Linux più semplice da utilizzare in assoluto nel panorama delle distribuzioni GNU/Linux!  

La robustezza del sistema di Canonical, la facilità di installazione dei pacchetti .deb e la volontà di non voler rinunciare a strumenti quali il Software Center e Synaptic, rendono semplice, intuitiva e rapida l'esperienza per l'utente desktop.

Ububox SalentOS
   IL WINDOW MANAGER: Openbox garantisce un sistema graficamente molto leggero ma elegante, al quale si affiancano il pannello inferiore Adeskbar, molto leggero ed estremamente configurabile, e il comodo monitor di sistema Conky che è inserito di default sulla scrivania. Il gestore del compositing predefinito (ombre, dissolvenze ed altri piccoli effetti) è cairo-compmgr.

Ububox SalentOS

Openbox, infatti, è noto per la pochezza di risorse hardware richieste per funzionare al meglio e quindi è anche adatto a computer datati o a dispositivi poveri di risorse come i netbook.

Requisiti minimi di sistema richiesti

  • Processore 800mhz i386 
  • 512mb di RAM
  • 4gb di spazio su HD


Ububox SalentOS è dotato, già in partenza, di tutto il software necessario per un immediato utilizzo subito dopo l'installazione!

Dalla suite per l'ufficio Libreoffice ai softwares per l'editing audio/video quali audacity, avidemux,  e tanti altri ancora, compresi i codec per la riproduzione della maggior parte dei file multimediali!

  Home del progetto

domenica 24 giugno 2012

Unoconv Multiconverter

Home Unoconv
Anche se esistono molti formati di documenti, i più utilizzati dagli utenti rimangono i "classici" DOC, ODT, TXT e PDF. Se abbiamo creato e/o scaricato un documento in un formato magari non supportato, per esempio dal nostro dispositivo mobile, possiamo convertirlo in un formato supportato utilizzando un'applicazione online oppure possiamo farlo anche da terminale grazie ad Unoconv.


Unoconv è un tool nato per convertire documenti di OpenOffice ma poi, nel corso dello sviluppo, sono stati integrati anche nuovi utilissimi formati. Attraverso Unoconv possiamo convertire direttamente da riga di comando qualsiasi formato documentale che OpenOffice o LibreOffice può importare, verso qualsiasi formato che può esportare. I formati supportati sono ODF, MS Word, MS Office Open/MS OOXML, PDF, HTML, XHTML, RTF, Docbook, ecc.

L'utilizzo di Unoconv è molto semplice: basta che dal terminale digitiamo unoconv -f (formato che vogliamo ottenere) (file da convertire)

Se per esempio vogliamo convertire il file xxxx.doc in PDF basta digitare da terminale:

 unoconv -f pdf xxxx.doc

Se invece volessimo per esempio convertirlo in HTML

unoconv -f html xxxx.doc


Presente nei repository delle principali distribuzioni Linux, per installare Unoconv su Ubuntu, Debian e derivate, basta digitare da terminale:

sudo apt-get install unoconv

E confermiamo

sabato 23 giugno 2012

Gloobus Preview su Elementary OS



L'applicazione con la quale possiamo avere un'anteprima dei nostri file sul nostro file manager Nautilus o Marlin.
La nuova versione di Gloobus Preview aggiunge il supporto per GTK+3, il quale permette l'utilizzo su Gnome 3 ed Unity, inoltre aggiunge il supporto per i documenti protetti da password. Riscritto inoltre il plugin per le anteprime dei documenti, aggiunto il supporto per WebM, corretta e migliorata l'anteprima dei TTF, PDF, video ed altre correzioni. 
 
 Gloobus Preview Marlin, il file manager di default su Elementary OS, ma per farlo funzionare dobbiamo però attivarlo da dconf.
Per prima cosa installiamo Dconf-Editor, per farlo da terminale digitiamo:

sudo apt-get install dconf-tools
Avviamo dconf-editor ed andiamo in apps > marlin > preferences, quindi inseriamo /usr/bin/gloobus-preview nella sezione previewer-path
 
 
 
Come per Nautilus, le anteprime saranno disponibili premendo il tasto spazio.

venerdì 22 giugno 2012

Gloobus Preview su Ubuntu



L'applicazione con la quale possiamo avere un'anteprima dei nostri file sul nostro file manager Nautilus o Marlin.
La nuova versione di Gloobus Preview aggiunge il supporto per GTK+3, il quale permette l'utilizzo su Gnome 3 ed Unity, inoltre aggiunge il supporto per i documenti protetti da password. Riscritto inoltre il plugin per le anteprime dei documenti, aggiunto il supporto per WebM, corretta e migliorata l'anteprima dei TTF, PDF, video ed altre correzioni.

Per installare il nuovo Gloobus Preview su Ubuntu 12.04 - 11.10:

sudo add-apt-repository ppa:gloobus-dev/gloobus-preview
sudo apt-get update

sudo apt-get install gloobus-preview gloobus-sushi unoconv


Una volta installato, basta riavviare o terminare la sessione. 
Per visualizzare le anteprime basta selezionare il file e premere la barra spaziatrice della nostra tastiera.

giovedì 21 giugno 2012

LibreOffice

A pochi anni dal debutto, LibreOffice ormai è presente di default su tutte le distribuzioni Linux e pian piano sta soppiantando il buon vecchio OpenOffice di Oracle.

LibreOffice inoltre permette di integrare nuove estensioni, modelli, clip art e molto altro; il tutto per aggiungere nuove funzionalità alla suite per renderla più completa. Se non vogliamo effettuare ricerche su internet, l'Istituto Majorana ha realizzato LibreOffice Kit Plus, un semplice file che ci permette di aggiungere molte nuove funzionalità, modelli ecc alla suite il tutto con molta facilità.

LibreOffice Kit Plus contiene le macro per rendere persistenti e visibili le immagini copiate dal web, numerose clip art, modelli e nuovi fonts, nonché la funzione per importare e modificare documenti in PDF.


Disponibile per Ubuntu 32 e 64 bit e derivate, LibreOffice Kit Plus è disponibile sia per la nuova versione 3.5 che le versioni precedenti. In questa pagina potete scaricare LibreOffice Kit Plus e trovare la guida dettagliata per l'installazione.




Colgo l'occasione per congratularmi con il Prof. Antonio Cantaro e l'Istituto Majorana per la realizzazione di LibreOffice Kit Plus e degli altri progetti.

mercoledì 20 giugno 2012

Ubuntu 12.04 Italiano Plus 9 - Remix - 3D


Ubuntu 12.04 Italiano Plus 9 - Remix - 3D 
Il Prof. Cantaro ha curato e preparato nei minimi dettagli la propria personalizzazione, la quale è disponibile per le architetture a 32 e 64 bit, avrete a disposizione rispetto alla versione ufficiale di Ubuntu, software aggiunto per grafica, audio, video, utilità, effetti 3D e Nove modi diversi per entrare in Ubuntu.

E' una personalizzazione curata dal Prof. Antonio Cantaro il quale contribuisce alla diffusione del software libero curando un ottimo sito dove si possono trovare tantissime videoguide e guide sul software libero e non solo;   il sito è  diventato un riferimento per tanti utenti che si avvicinano al mondo ed alla filosofia  GNU/LINUX.

Di Base Ubuntu offre già un'ampio parco di applicazioni installate, ma utilizzando la versione che vi propongo scommetto che rimarrete stupiti :


 
Ubuntu 12.04 Plus 9 Remix 32 bit

 Si tratta di una versione completamente in italiano, con software aggiunto per grafica, audio, video, utilità, ecc.., effetti 3D e molto altro ancora. Utilizzabile anche senza Unity. La grandezza della ISO è di circa 1.7 Gb ...






Ubuntu 12.04 Plus 9 Remix 64 bit.


 Versione completamente in italiano, con software aggiunto per grafica, audio, video, utilità, ecc.., effetti 3D e molto altro ancora. Utilizzabile anche senza Unity. La grandezza della ISO è di circa 1.8 Gb ...





KIT-PLUS-9
 Una vera chicca del Prof. Cantaro, ha predisposto tutti gli strumenti utili per realizzare una Copia del Sistema Operativo ma adattabile alle esigenze di ognuno di noi; seguendo i facili passaggi si potrà costruire sulla base della sua personalizzazione una propria personalizzazione.












Kubuntu 12.04 Plus 9 Remix 32 bit e 64 bit
Si ottiene partendo da Ubuntu 12.04 Plus 9 Remix, di cui ho predisposto l'immagine ISO da scaricare e scrivere in un DVD. Basta installare uno dei tre pacchetti proposti, secondo le esigenze. Si tratta di una versione con software aggiunto per grafica, audio, video, utilità, ecc.., effetti 3D e molto altro ancora ... 
Non si tratta di una versione autonoma di Kubuntu, ma di un DE (Desktop Environment = ambiente grafico della scrivania) che potrete ottenere, su misura secondo le vostre esigenze. Possibilità di ottenere una versione di Kubuntu Plus con pochissimo software tipico di Kubuntu, una versione con software Kubuntu standard ed anche una versione con software Kubuntu Full. Ovviamente avrete, pure, tutto il software proprio di Ubuntu Plus 9 Remix.    


  Il procedimento proposto oltre ad essere valido per trasformare Ubuntu Plus 9 Remix in Kubuntu Plus 9 Remix, è anche valido per trasformare Ubuntu Ufficiale in Kubuntu (non Plus Remix).

martedì 19 giugno 2012

Linux



Tutti noi siamo soliti parlare del nostro sistema operativo preferito con il nome di “Linux” e quasi mai con il vero e più completo nome “GNU/Linux”. Questa definizione nasce dalla fusione del sistema operativo GNU con il kernel Linux.

 Pochi sanno però che tra le centinaia di distribuzioni esistenti nell'ambiente del Pinguino, le distribuzioni ufficialmente riconosciute e approvate dalla Free Software Foundation sono solo alcune, in virtù del fatto che per farne parte il requisito fondamentale è la necessità di contenere esclusivamente software libero e nessuna traccia di software proprietario, quali driver, firmware e applicazioni.
Per questo motivo restano quindi escluse distro molto famose quali Ubuntu, Fedora, OpenSUSE, Arch Linux e paradossalmente anche Debian.
 Una doverosa considerazione a proposito della scarsa diffusione di sistemi operativi completamente liberi va fatta per spiegare che, in ottica di software libero, questa situazione non deve essere letta come una mancanza da imputare alle distribuzioni “pure”, ma piuttosto come l'effetto della diffusione di hardware non accompagnato da codice sorgente e quindi non compatibile.

 Fortunatamente questo trend sta gradualmente migliorando, come dimostrato dal fatto che recentemente sempre più aziende produttrici hanno deciso di collaborare con la Linux Foundation. Tuttavia ancora molta strada deve essere perseguita per raggiungere il traguardo della piena compatibilità. 
Per nostra fortuna, alcune aziende commerciali si stanno dimostrando particolarmente sensibili a questo problema e non è più una rarità trovare in vendita computer adeguatamente assemblati con hardware compatibile.
Capirete quindi l'importanza etica che deve rivestire il concetto di libertà nello sviluppo informatico e della comunicazione.


Su tali basi gli utenti GNU/LINUX sono liberi di poter apportare modifiche alle distribuzioni che hanno installato sulla propria macchina, vi proporrò delle ottime personalizzazioni curate nei minimi dettagli  di alcune tra le più diffuse distribuzioni e derivate.





Personalizzazioni che trovate già nella sezione Distribuzioni Download